Le politiche cimiteriali tra pubblico e privato” è stato l’ultimo appuntamento a cura della Fondazione Fabretti nell’ambito della Scuola di Politica Renata Fonte, organizzata dalla Fondazione Benvenuti in Italia, tenutosi lo scorso 28 marzo presso la sede di Binaria – Centro Commensale (Via Sestriere, 34 Torino).

In questo incontro di chiusura, al centro della riflessione c’è stato il ruolo del cimitero nella società contemporanea: il tema è stato affrontato da due prospettive complementari dai relatori dell’incontro, Giovanni De Luna, storico ed editorialista de La Stampa, e Fabrizio Gombia, consigliere delegato della Società per la Cremazione di Torino.
Quali sarebbero le differenze tra una gestione pubblica ed una privata del cimitero? I valori e i significati riconosciuti a questo luogo attraverso una gestione pubblica del cimitero sarebbero garantiti anche da una gestione privata?

Il cimitero è il luogo della memoria, individuale e collettiva, racchiude in sé le caratteristiche identitarie e comunitarie della città; è il luogo in cui la cittadinanza può strutturare la propria identità storica e in cui poter ritrovare le proprie radici. Le tombe permettono la condivisione e la conservazione del ricordo materiale e tangibile, rendono il cimitero un luogo carico di valori e significati condivisi. Quando ci si interroga sulla scelta tra una gestione pubblica o privata del cimitero, occorre focalizzare l’attenzione sulla capacità di mantenere e veicolare l’insieme dei valori identitari e dei significati ricoperti da questo luogo così centrale per la società. Ipotizzando la scelta della gestione pubblica, da un lato, ci potrebbe essere il rischio di una trascuratezza e di un’inefficienza nel servizio; dall’altro lato, qualora si scegliesse una gestione privata, oltre alla potenzialità che non vengano tutelati i valori incarnati nel cimitero, vi è la percezione di una ricerca di profitto da parte di coloro che si occupano di gestire questo luogo.

Pur nella consapevolezza dei potenziali rischi in entrambe le modalità di gestione di questa istituzione, sarebbe necessario assumere il punto di vista dell’utente, delle famiglie dei defunti e non ridurre la questione legata alla gestione del cimitero ad una scelta dicotomica: cambiando in questo modo prospettiva, orientandosi verso le richieste avanzate dalla cittadinanza, l’intenzione è quella di valorizzare e focalizzare l’attenzione sugli aspetti che entrambe le gestioni sarebbero in grado di offrire per andare incontro alle esigenze della cittadinanza.

Ci troviamo in una situazione di transizione, caratterizzata da una forte crisi che ha investito non solo il cimitero ma anche la ritualità funebre tradizionale e il modo di percepire la morte e il morire. In questo contesto, il cimitero spesso viene considerato come un luogo freddo e impersonale, non significativo e adeguato per la conservazione della memoria dei propri cari; questa percezione è accompagnata ad un diffuso disinteresse da parte dei parenti nella cura delle tombe e in merito al loro destino al momento del termine del periodo previsto dalla concessione.
L’insieme di questi aspetti evidenzia come il legame stretto con il cimitero stia venendo meno: la crescente diffusione della cremazione è motore ed espressione del cambiamento che si sta verificando, alla cui base non sempre si trovano motivazioni di tipo economico.
Molto spesso, infatti, alla materialità del ricordo si preferisce conferire un legame di tipo simbolico, come accade per esempio attraverso la scelta di disperdere le ceneri del proprio caro in un luogo ritenuto particolarmente significativo.

Da un punto di vista che abbraccia una prospettiva storica, nella scelta in merito alla gestione del cimitero e nelle scelte individuali sul destino finale delle spoglie concorrono quattro aspetti in relazione tra loro che hanno influenzato la decisione: lo stato e le istituzioni; la famiglia; la Chiesa e il mercato.
Per comprendere la situazione attuale e l’atteggiamento culturale nei confronti del cimitero è necessario dunque analizzare le relazioni che intercorrono tra queste variabili: al disinteresse dimostrato dalle famiglie si affianca il desiderio di mettere in pratica strategie alternative e pratiche differenziate, come nel caso di coloro che scelgono la conservazione domestica delle ceneri e il mercato mostra una tendenza a considerare la gestione del cimitero declinandola in una scelta tra pubblico e privato. In questa situazione di fermento, caratterizzata inoltre da un processo di secolarizzazione dell’istituzione religiosa, lo stato non riesce a proporre una sintesi culturale che sia in grado di prendersi la responsabilità di fornire una cornice culturale forte e definita ma anche un quadro legislativo delineato che riesca a dare certezze in una situazione nebulosa e piena di insicurezze come quella attuale.

In un’ottica rivolta verso il futuro, alla base delle considerazioni ci dovrebbe essere un’idea precisa del cimitero: il cimitero è un luogo della memoria, della socializzazione e del riconoscimento identitario, ma non deve essere percepito come chiuso, dovrebbe essere caratterizzato da una maggiore apertura. Un’apertura che coincida con l’accogliere richieste plurali proprie della società contemporanea, in un contesto in cui il confronto con l’altro non avviene soltanto in vita ma anche nelle scelte finali.
Il percorso da seguire in questo contesto fluido e non definito come in passato dovrebbe prendere in considerazione le scelte plurali, tutelandole e rispettandole, in un momento in cui la tradizione sta cercando di reinventarsi e reinventare le modalità attraverso cui percepire e interpretare il fine vita.

È possibile visualizzare il video a cura della Fondazione Benvenuti in Italia con l’intervista ai relatori dell’incontro.

Per approfondire la questione legata alla gestione pubblica e privata del cimitero, vi consigliamo la lettura del dossier Pubblico o privato Il cimitero tra diritto e memoria con i contributi di Alice Merletti, don Paolo Tomatis e Alessandro Gusman, pubblicato sul primo numero del 2016 della rivista SOCREM News. Sul tema del cimitero e sulla sua valorizzazione, è presente nel numero 1 del 2017 della rivista SOCREM News l’intervista Oggi cimiteri…domani musei, realizzata da Laura Ranni all’associazione milanese Amici del monumentale.