Ricerche

Il lutto: una prospettiva storico-antropologica

A partire dal 2011 è stata condotta una ricerca sul lutto dal punto di vista sociale, condotta con metodologia qualitativa (osservazione partecipante e interviste), volta a comprendere cosa fanno le persone in lutto: come trascorrono le loro giornate, quali sono i problemi che incontrano, quali situazioni caratterizzano la loro vita quotidiana e le loro reti relazionali. La ricerca è stata coordinata da Marina Sozzi ed è stata condotta da Marina Sozzi, Ana Cristina Vargas e Maria Vittoria Foghino.

Le ricercatrici hanno partecipato ai lavori dei gruppi di sostegno e raccolto oltre 50 interviste in profondità a persone in lutto. A queste si aggiungono delle interviste a “osservatori privilegiati”, vale a dire professionisti esperti che quotidianamente sono a contatto con la realtà dei dolenti.

Parallelamente sono state condotte ricerche, con la metodologia dell’osservazione partecipante, nei gruppi di auto mutuo aiuto torinese (circa due/tre mesi di partecipazione costante alle riunioni di ciascun gruppo). Per ogni incontro a cui hanno partecipato, le ricercatrici hanno prodotto un dettagliato “diario di campo”, cioè un resoconto descrittivo e denso delle osservazioni realizzate.
Il focus nelle dinamiche socio-culturali rende questo progetto del tutto pioneristico nella realtà italiana, dove le poche ricerche sul lutto esistente sono tutte mirate a sviluppare la dimensione intrapsichica, emotiva e individuale. Si tratta, dunque, di uno strumento prezioso per comprendere la quotidianità sia dei partecipanti ai gruppi, sia delle persone che non chiedono alcun tipo di aiuto.
Per saperne di più visita la nostra pagina di APPROFONDIMENTI.
I risultati della ricerca hanno portato alla pubblicazione di articoli in pubblicazioni scientifiche e alla realizzazione del volume “La famiglia di fronte alla morte. Etnografie, narrazioni, trasformazioni” in vendita nel nostro negozio online.

Sondaggio SOCREM Torino 2014

La Fondazione Fabretti, in collaborazione con la SOCREM Torino ha curato nel 2014 la realizzazione di un sondaggio per conoscere meglio il profilo dei soci Socrem, le motivazioni della scelta cremazionista e le modalità di partecipazione alla vita associativa.
Sono stati, inoltre, ripresi e analizzati i dati relativi agli anni 2000 e 1994, in cui erano state condotte rilevazioni analoghe, per un totale di oltre 10.000 questionari. La ricerca è stata curata da Marianna Filandri (Università di Torino), in collaborazione con Ana Cristina Vargas. Alla ricerca hanno preso parte anche Chiara Celli e Laura Ranni, nell’ambito di un tirocinio per la preparazione della loro tesi di Laurea specialistica all’Università di Torino.

Oltre al tradizionale invio per posta del sondaggio allegato a “Socrem News”, i soci hanno avuto modo di rispondere all’indagine direttamente in sede, per alcune settimane – nel periodo a cavallo tra ottobre e novembre – al Tempio Crematorio, oppure via web, attraverso una piattaforma online.
L’uso di più modalità di somministrazione del questionario ha permesso di introdurre parzialmente rilevazioni qualitative, in particolare durante la fase di raccolta dei dati presso il tempio crematorio di Torino. Questo sondaggio rappresenta si inserisce in una lunga tradizione di consultazioni interne e di ricerche mirate a comprendere i cambiamenti nelle motivazioni che spingono la scegliere la cremazione all’interno di quella che è stata definita una “rivoluzione rituale”.

Il concetto di “cura” e di morte nelle cure palliative

La ricerca “Il concetto di “cura” e la rappresentazione della morte e del lutto nelle cure palliative: un approccio narrativo” è stata condotta dal dottor Alessandro Gusman grazie ad un assegno di ricerca cofinanziato dalla Fondazione Fabretti e dall’Università di Torino.
La ricerca è stata condotta con la metodologia antropologica dell’osservazione partecipante e dell’intervista semi-strutturata. A questo si aggiunge un focus nell’uso della narrazione, sia come strumento di indagine, sia come modalità relazionale che permette più di altre di avvicinarsi all’esperienza del paziente, alla sua memoria e alla sua la vita.

La narrazione, come hanno evidenziato autori come Byron Good, Arthur Kleinman e Rita Charon, ha una valenza sia di ricerca che terapeutica. Attraverso il narrare gli individui sono coinvolti in un processo di “comprensione di sé” che permette di ripensare e conferire senso al passato, alla luce dell’esperienza presente di sofferenza. Essa, inoltre, aiuta a comunicare questi significati in modo efficace. A tal fine il narratore utilizza metafore e altri artifici retorici che sono ricavati da modelli culturali e dalla sua personale esperienza, e che possono essere individuati attraverso un’accurata analisi delle storie.
Da questo progetto sono nate importanti reti di collaborazione, che hanno portato allo sviluppo di un nuovo progetto intitolato “La narrazione nella cura”.

Gli altri addii. Morte, ritualità funebre e immigrazione in Piemonte

Che cosa significa morire in terra d’accoglienza, lontani dal proprio paese di origine e, spesso, dalla propria famiglia e dai propri amici e conoscenti? Quali sicurezze si hanno che le proprie volontà saranno eseguite? In che modo si sarà seppelliti? E con quali riti?

Queste sono alcune delle domande a cui abbiamo tentato di rispondere con il progetto “Gli altri addii. Morte e ritualità funebri nelle comunità immigrate del Piemonte”, in collaborazione con L’Università di Torino e grazie al sostegno della Fondazione CRT.

La ricerca, condotta con metodologie etnografiche, si è svolta nell’area metropolitana Torinese e ha coinvolto diversi soggetti attraverso interviste non strutturate e osservazione partecipante nell’ambito di vari contesti.

Gli ambiti maggiormente studiati sono stati quello degli immigrati provenienti dai paesi islamici e quelli di origine romena e di altri paesi dell’Est Europa. Sono stati anche coinvolti nella ricerca gruppi di immigrati di origine latinoamericana, filippina e africana.
Le conclusioni e i risultati sono stati raccolti nel volume “Gli altri addii. Morte e ritualità funebri nelle comunità immigrate del Piemonte” (2011) a cura dell’antropologo Alessandro Gusman, disponibile presso il nostro negozio online.

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